Con Novatore inauguro la sezione del blog dedicata alle esperienze d’esistenza di varii individui che in qualche misura informano queste pagine sulle quali potrete trovare loro citazioni ed echi del loro pensiero. Il promo ritratto non poteva che essere del buon Renzo.


Renzo Novatore, pseudonimo di Abele Ferrari Ricieri, nasce ad Arcola (La Spezia) il 12 maggio 1890 da una modesta famiglia di contadini. Refrattario alla disciplina scolastica, egli frequenta soltanto per alcuni mesi la prima classe elementare; quindi abbandona la scuola definitivamente e viene costretto dal padre a lavorare nei campi.

Abbracciata l’anarchia a partire dal 1908 grazie a numerose ed approfondite letture, nel 1910, dopo essere stato accusato senza prove d’aver incendiato una chiesa, è condannato a tre mesi di carcere. Viene nuovamente arrestato l’anno seguente, questa volta per vandalismo. Durante la Prima guerra mondiale diserta il suo reggimento il 26 aprile 1918. Giudicato in contumacia il 31 ottobre 1918, un tribunale militare lo condanna a morte per diserzione ed alto tradimento. Costretto alla fuga…ritornerà momentaneamente (a rischio della sua vita) presso la sua famiglia per dare l’ultimo saluto a suo figlio, morto negli ultimi mesi del 1918 Capace anche d’esprimere una forte sensibilità, sosteneva di amare la moglie Emma di un «insuperabile amore».

Tornato in clandestinità, prende parte ugualmente al sollevamento popolare nel maggio 1919 a La Spezia, a cui partecipa anche l’amico Dante Carnesecchi; fa parte di un Comitato rivoluzionario che controlla la città ligure per alcune settimane. Ma la repressione non si fa attendere e il 30 giugno 1919, Novatore viene fermato dopo essere stato denunciato. Condannato a dieci anni di carcere, è liberato alcuni mesi più tardi grazie ad un’amnistia generale.

Mentre l’Italia è in preda ad una forte agitazione sociale, si unisce al movimento anarchico e prende parte a numerosi tentativi insurrezionali. Nel 1920, dopo aver assaltato un deposito d’ armi in una caserma della valle di Fornola, è nuovamente arrestato. Liberato poco dopo, partecipa ad un’altro tentativo insurrezionale a La Spezia. Il piano non riuscirà, ma prevedeva di conquistare le caserme della città e le navi della marina ancorate al porto.

Da questo momento svanirà in lui ogni fiducia nell’organizzazione sindacale, nelle sollevazioni popolari e forse nell’uomo stesso.

L’anarco-individualismo e l’attività propagandatrice

Il suo profondo desiderio di conoscenza unito ad una tenacia e ad una volontà già radicate lo spingono ad uno studio indefesso e personalissimo, a letture eretiche e sconcertanti: tra i suoi autori prediletti figurano Max Stirner, Friedrich Nietzsche, Georges Palante, Oscar Wilde, Henrik Ibsen, Arthur Schopenhauer, Charles Baudelaire.

Si definiva anarchico individualista, due parole che caratterizzarono tutta la sua romanzesca ed avventurosa esistenza, ed alle quali lui dava un valore e un significato ben preciso:

«L’anarchico è solo colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha trovato sé stesso e si è posto, sdegnoso e superbo “sui margini della società”, negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo. Ogni Società che voi costruirete avrà i suoi margini e sui margini di ogni Società si aggireranno i vagabondi eroici e scapigliati, dai pensieri vergini e selvaggi che solo sanno vivere preparando sempre nuove e formidabili esplosioni ribelli! Io sarò tra quelli!»

Notevole anche il contributo dato a numerose riviste e giornali anarchici a partire dal 1914, fra cui «Il Libertario» di La Spezia (fondato da Pasquale Binazzi), «Cronaca Libertaria» di Milano, «Iconoclasta!» di Pistoia (fondato da Virgilio Gozzoli e a cui collaboreranno diversi anarchici, tra cui Bruno Filippi, Giovanni Governato, ecc…), «Gli Scamiciati» di Pegli, «Pagine Libertarie» di Milano e «Il Proletario» di Pontremoli.

Con Tintino Rasi, Giovanni Governato – il quale fornirà a Novatore i documenti falsi che poi gli saranno ritrovati addosso dopo la sua uccisione e che gli costeranno un processo, dal quale però verrà assolto grazie ad un’abile avvocato difensore – a e altri anarchici della sua tendenza e futuristi rivoluzionari fonderà con Tintino Rasi e Giovanni Governato la rivista «Vertice» (un solo numero pubblicato, La Spezia, 1921), dal chiaro sottotitolo «Rivista anarchica e di pensiero» ed il cui moto era «Forza Bellezza-Audacia Violenza».

L’avvento del fascismo e la morte

Dopo la marcia su Roma dei fascisti è tra i primi ad impugnare le armi e a combattere la violenza squadrista. Come quando nella notte del 5 giugno 1922 una folta squadraccia fascio-poliziesca arriva sino alla porta di Novatore e cominciano ad intimidirlo con urla e battiture. Improvvisamente Novatore risponde sparando loro qualche colpo di rivoltella e poi, forse, anche lanciando una bomba sul gruppo. Il caos generato gli consente di disperdersi rapidamente nelle campagne circostanti.

Latitante tra appennino e basso Piemonte, Novatore si aggrega alla banda di Sante Pollastri, bandito anarchico ricercatissimo dalle autorità. Il 14 luglio 1922 Novatore partecipa con Pollastri ed altri due componenti della banda alla rapina nei pressi di Tortona al ragionier Achille Casalegno, durante il quale quest’ultimo muore colpito da alcune revolverate. In seguito, tra ottobre e novembre, per un certo periodo è ospite nella casa dell’anarchico Erinne Vivani.

Il 29 novembre 1922, intorno a mezzogiorno, il maresciallo Lupano e i carabinieri Corbella e Marchetti entrarono in abiti civili nell’Osteria della Salute di Teglia, nel genovese, perché hanno individuato Pollastro ed intendono arrestarlo. Novatore è seduto accanto al celebre bandito e ad un altro componente del gruppo, probabilmente si accorgono che quei tre non sono altro che carabinieri in incognito. Probabilmente è proprio Novatore il primo a sparare sui carabinieri, scatenando la risposta di quest’ultimi che lasciano morto in terra proprio Renzo Novatore. Alla fine della sparatoria il bilancio è il seguente: due morti (Novatore e il carabiniere Lupano) e un ferito grave (carabiniere Corbella). Fuggitivi sia Pollastro che il compagno.

Inizialmente nessuno capisce che il compagno di Pollastri rimasto ucciso sia proprio Novatore, in quanto sul cadavere trovano i documenti di un altro anarchico, Giovanni Governato. Solo in un secondo momento si scoprirà che l’uomo ucciso dai carabinieri si chiama Abele Ricieri Ferrari, conosciuto come Renzo Novatore.