«Il colpo di Stato di Giugno, questo vampiro anonimo,
In voi Tribuni, in voi Borghesi, si è incarnato,
E dicembre ne è solo il figlio legittimo.
Ex bravi dell’autorità,
Battetevi il petto e, davanti a questa bara,
Emendando il passato, il presente vi si schiarisca.
Non vi è che un talismano per tutti — la libertà!»
Joseph Déjacque
Era il 24 giugno 1852 quando l’anarchico Joseph Déjacque pronunciò queste parole. La triste occasione gli era stata data dal funerale di Goujon, compagno di lotta e di esilio, morto pochi giorni prima a Londra. Le sue esequie furono seguite da tutti i proscritti francesi presenti nella capitale inglese, fra cui spiccavano gli ex capi della rivoluzione del 1848. Come ricorderà Gustave Lefrançais, «Ledru-Rollin, Louis Blanc, Caussidière, Félix Pyat, Nadaud, i due Leroux, Greppo, Martin Bernard — tutti ex rappresentanti del Popolo — camminavano in testa al corteo funebre e si ritrovarono così in prima fila davanti alla fossa».

Quando a prendere la parola per l’ultimo saluto fu Déjacque, l’anarchico Déjacque, che sputò loro in faccia tutto il suo disprezzo, i padrini del colpo di Stato non ebbero scampo. Ammutoliti e spaventati, si ritirarono in fretta. Qualcuno di loro, nei giorni successivi, si lamentò dell’«errore intempestivo» di Déjacque, accusandolo di risvegliare discordie sopite davanti al comune nemico. Ma «il nemico comune», come ricorderà giustamente Lefrançais, «è tutto ciò che, a Londra e a Parigi, sogna solo di governare per meglio garantire i privilegi sociali».
Ebbene, atroce beffa della storia, i moderni seguaci dell’insurrezione di Stato volteggiano oggi sopra la fossa di Déjacque. La casa editrice francese La Fabrique ha da poco annunciato che a marzo pubblicherà, a cura del cattedratico di turno, una raccolta di scritti del proscritto parigino intitolata Abbasso i capi. Il suo nome verrà risucchiato in un sinistro catalogo fra quelli di Marx, Engels, Lenin, Mao, Blanqui, Gramsci, Robespierre, Tiqqun, il Comitato Invisibile, il Sindacato della Magistratura, lo sbirro fondatore del Sindacato della Polizia Nazionale, un medico ausiliario della polizia…
Ma sapete come si dice in questi casi, no? Mille modi, un unico obiettivo: la grande brodaglia rivoluzionaria in grado di annullare ogni differenza fra autorità e libertà.