È la metafora con cui per alcuni secoli, a partire da una frase del poeta latino Giovenale, si è indicato un fatto ritenuto impossibile. Poiché l’esperienza comune insegnava che tutti i cigni sono bianchi, l’esistenza di un tale animale dal piumaggio scuro veniva percepita come un’assurdità che mai si sarebbe materializzata. Ma poi, all’inizio dello scorso secolo, alcuni esploratori in Australia si trovarono davanti un esemplare di Chenopis Atrata — un cigno nero.
Da allora con «cigno nero» si intende un fatto inaudito, imprevedibile, inaspettato, il cui verificarsi potrebbe avere un forte impatto giacché con la sua stra-ordinarietà metterebbe fine a quella che viene considerata una norma generale indiscutibile. Ad esempio, in campo finanziario «cigno nero» indica un evento improvviso e catastrofico, impossibile da prevedere in anticipo, temuto dagli speculatori perché avrebbe come effetto il crollo dell’economia.
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Nasce il “Cigno nero”
Finimondo: A proposito di anarchismo e (crisi di) identità

Ercolano: Scontri con i fascisti e anarchici fermati…
Nella giornata di ieri 15 novembre, in quel di Ercolano, 6 fascisti di casapound sono rimasti a terra con la testa rotta dopo un tentativo di aggressione ai danni dello spazio anarchico vesuviano. A seguito di ciò il sopraggiungere di ogni sorta di servo in divisa ha spinto i compagni a rimanere barricati all’interno dello spazio fino a sera, momento in cui hanno deciso di rompere il blocco dei birri. Nel parapiglia che ne è seguito alcuni riescono a darsi alla macchia, mentre un abitante del quartiere solidale con i resistenti, un solidale sopraggiunto a dar man forte e due anarchici presenti nella sede sono stati fermati ed uno processato per direttissima stamane.
Arresti anarchici…
E’ di stamane la notizia di una nuova operazione repressiva ordita dalla procura di Torino volta a colpire la FAI informale, brutta sporca e cattiva, che nulla ha a che vedere -come scrivono molti pennivendoli- con la fai – federazione anarchica italiana, i cui appartenenti saranno finalmente contenti di aver raggiunto anche sui media “ufficiali” la tanto sospirata patente di rispettabilita: questa volta almeno non dovranno dissociarsi pubblicamente.
L’operazione denominata “Scripta manent” ha portato a numerose perquisizioni in tutta italia ed all’arresto di 7 ribelli, accusati di svariate azioni.
Riguardo le modalità procedurali dei laidi spioni al soldo del dominio nulla di nuovo, il tentativo è già palesemente svelato, per l’ennesima volta si tenterà di affibbiare il reato associativo costruendo sulla carta strutture e gerarchie, tanto ridicole quanto scontate; ma lasciamo stare certe valutazioni e rimandiamole, nel caso, a quando il quadro sarà più chiaro, preme ora soltanto -e per quel che conta- esprimere tutta la solidarietà possibile ai 7 ribelli presi in custodia dal dominio, ben consci che sapranno affrontare a testa alta le sferzate della repressione come già hanno fatto Alfredo e Nicola, anche loro attori forzati di questa nuova sceneggiata del potere.
Solidarietà ai ribelli della terra, che il fuoco continui a bruciare, anche per loro!
Affinità: Quando il giudice diventa giusto
Come non condividere? Come non pensare che in questo periodo storico in Italia addirittura alcuni anarchici se ne stanno a fianco degli Imposimato e dei Pepino, evidentemente giudici buoni anche per i palati di questi rivoltosi che però da bravi autoritari non tollerano chi non si allinea alle loro schifezze…
https://thehole.noblogs.org/post/2016/04/20/quando-il-giudice-diventa-giusto/
Il continuo inno alla magistratura greca mi costringe ad uscire di nuovo dal mio silenzio.
Ma facciamo un passo indietro per i più distratti. In seguito alla manifestazione NoExpo del 1 maggio vengono arrestati 5 compagni italiani con l’accusa di devastazione e saccheggio e 5 compagni greci vengono raggiunti da avvisi di garanzia e da richiesta di espatrio da parte dei giudici italiani, con la medesima accusa. I giudici greci rispondo no, niente espatrio. Nel codice penale greco non esiste il reato di devastazione e saccheggio, e non è riconosciuta la responsabilità collettiva, ma solo quella individuale.
affinità: Ciononostante

Letture: Georges Henein – In mancanza di meglio…
Comincio oggi la pubblicazione di alcuni scritti di Henein; pur apprezzando molto i testi del pensatore egiziano questi ultimi saranno scelti in base a criteri molto precisi.
Gli scritti saranno utilizzati per fornire spunti di riflessione sulla situazione attuale dell’anarchismo italiano che sta affogando nella politica più gretta appesantito dal fardello del cittadinismo e strozzato dall’avvizzimento etico perorato da un buon numero di dirigenti del partito dell’insurrezione popolare, o come magari preferiscono loro dell’insurrezione che viene.
Il primo testo in esame si intitola “in mancanza di meglio”. contenuto è talmente chiaro da non avere bisogno di troppi commenti, e se sostituiamo ad esempio al concetto di “guerra” quello di “insurrezione popolare” il gioco è presto fatto…buona lettura.
Quando ci si interroga sulle ragioni che tendono a convenire una-guerra “giusta” in una guerra ordinaria, in una guerra tout court, e più in generale quando ci si interroga sulle ragioni che sottraggono alle masse il controllo sulle cause elevate cui esse si dedicano, presto ci si trova imprigionati in un circuito allucinante. Da un lato, in effetti, l’ampiezza e la concentrazione della vita economica moderna hanno fatto di ogni partito, di ogni sindacato, di ogni amministrazione degli organismi quasi totalitari che vanno per la propria strada abbandonandosi completamente al proprio peso specifico e senza minimamente tenere conto delle cellule individuali che li compongono. Questi partiti, questi sindacati, queste amministrazioni statali moderne sono protetti contro le mosse della ragione critica (come pure contro i sussulti affettivi e le ribellioni del cuore) dalla loro sola e sovrana pesantezza. Questi edifici sconcertanti funzionano in grazia di una umanità tutta speciale, una umanità di iniziati. Per essere ammessi a presentare una mozione al termine di un congresso di un partito di sinistra che tolleri qualche scambio di opinioni, occorre un anno di manovre estremamente delicate attraverso un dedalo di segretariati e di comitati che ricordano, al punto da trarre in inganno, i misteri dell’inaccessibile Tribunale in cui Kafka – ne I! processo – lascia tremolare l’immagine indefinitamente riflessa della nostra angoscia. E se queste prove iniziatiche sono favorevolmente superate, se nessun passo falso è giunto a inibire la presentazione della mozione, allora indubbiamente il suo oggetto si sarà sufficientemente diluito per suscitare oramai soltanto un interesse retrospettivo e quasi pietà per chi si azzardasse a darle il proprio sostegno.
Affinità: Udine, 7.4.16, Contro il referendum
https://alcunianarchiciudinesi.noblogs.org/post/2016/04/07/udine-7-4-16-contro-il-referendum/
Udine, giovedì 7 aprile 2016
Avevo pensato tempo fa di scrivere qualcosa su questo tema, non appena sentita la nuova eccitante notizia del rito democratico. Poi mi ero riproposto di lasciar perdere. Scusate, ma la poca attitudine della gente a chiamare gatto un gatto mi ha spinto a desistere dai miei propositi silenziosi e rompere ancora una volta i coglioni, attività nella quale credo di eccellere.
Ebbene, il 17 aprile 2016 la democrazia invita i suoi complici a recarsi alle urne per votare un referendum inerente (ma in realtà non su) le trivellazioni. Se ne sarà certamente sentito parlare: la sinistra, istituzionale, movimentista e libertaria che sia (pur sempre sinistra è), non fa che blaterarne da un po’.
C’è chi andrà a votare a favore delle trivellazioni. Il progresso è importante e se fa rima con “cesso” è solo per caso.
Affinità – L. Filisetti, “Anti-Noi”
Ogniqualvolta mi trovo ad affrontare riflessioni, a cercare di risolvere problemi, a confrontarmi con la realtà dei fatti, mi si para sempre di fronte quello che ritengo sia uno dei mali più subdoli che possa colpire l’essere umano, inteso come animale sociale e culturale. L’annullamento dell’Io. O meglio, la liquefazione dell’Io all’interno di un Noi anonimo e dai confini melliflui e indistinti. Lungi da me fare della psicanalisi, non solo non ne possiedo gli strumenti, ma non ritengo sia necessario farlo. Per descrivere questo fenomeno, basta l’osservazione attenta di una realtà che ci sta sotto gli occhi per la gran parte del tempo che impieghiamo confrontandoci con gli altri, dal rapporto di coppia fino a questioni più complesse e socialmente rilevanti.
Il Noi è senza dubbio affascinante, ma è un concetto talmente pervasivo e pericoloso da fare paura. Viene usato per descrivere gruppi umani che decidono “spontaneamente” di unirsi e trarre forza vicendevolmente, per sostenere azioni e battaglie condivisibili o per sottolineare l’amore incondizionato tra due o più persone. Se ci si ferma all’epidermide della questione, il Noi risulta virtualmente inattaccabile, è un gesto d’amore generoso che fa si che l’Io si fonda placidamente in questo tutto, traendone in cambio forza e solidarietà reciproca. Il Noi è forte, l’Io da solo è piccolo e debole.
Affinità: PROCESSO NO TAV. CONSIDERAZIONI INATTUALI di Friederich Niciuno
Pur non condividendo in toto il tono dello scritto ritengo che ponga delle interessanti questioni sullo stato dell’anarchismo italiota; alcune di queste domande me le posi anche io quando òai tempi- lessi lo scritto di Alfredo: “Su Etica, sabotaggio e terrorismo“, le risposte però mi paiono evidenti. Oscurare, non parlare di qualcosa, ignorarla, significa -in questi tempi di rappresentazione ossessiva- far si che semplicemente non esista, e che tutto proceda spedito, come si è deciso…
Sembra ormai giunto alla fine il processo sull’attacco al Compressore. A meno di improbabili sorprese in Cassazione, che per la verità si è già espressa più volte contro l’ipotesi di terrorismo, i vari tribunali hanno confermato una verità giudiziaria: attaccare un compressore non è terrorismo. Era quello che sostenevano i movimenti, che infatti cantano vittoria. Ma di quale vittoria parliamo?