Congegni: Andare, camminare, disertare.

“…l’Enfer c’est l’absence”

Verlaine

“Ho lanciato l’ultima felicità al vento per una vista più alta sulle cose.”

H Ibsen

Sin da piccolo mi sono sempre lasciato trasportare da una curiosità profonda, ogni luogo acquisiva dunque, quando quel qualcosa che non riesco a definire scattava, un’aurea misteriosa ed affascinante da scandagliare e comprendere, da navigare; i luoghi che più mi hanno affascinato e più mi affascinano sono sempre stati gli ambienti naturali dove le tracce di più o meno antichi passaggi si affastellano e contaminano creando un flusso continuo, e spesso dimenticato, di una storia sovente obliata da secoli di cultura della rimozione operata dalle varie chiese (mistiche e laiche…) dominanti.

Congegni: La campana.

Non c’è motivo di dire qualcosa a un altro che non sente e non può capire.
Oscar Wilde – De Profundis.

La vostra campana che suona a morto.

Ore 3 e 27, un Venerdì.

Come state, come vi Sentite? Si dice che la speranza sia l’ultima a morire ma non sentite sempre più approssimarsi i rintocchi della campana? O sono ancora troppo confusi fra il chiacchiericcio populista, nel vaniloquio dell’andar per folle come apostoli della rivoluzione?

Congegni: Il prossimo tuo

Il prossimo tuo noioso, uguale, sempre uguale a sé ed agli altri nei quali si specchia, specchio rivolto contro altri specchi, riflesso di un riflesso di un riflesso; smodato nei desideri quanto incapace di volontà, inelegante, livoroso, mente focomelica, modesto nel sentire, sordo, cieco ma ben dotato di ugola forte, democratico, egalitarista e per di più al ribasso, zavorra che ogni momento trascina nel pantano della mediocrità cui è figlio, amante e padre incestuoso, pavido nelle scelte e nella fantasia, incapace di creare, spia, birro, giudice, carnefice.

L’affine è un raro quanto piacevole accidente che occorre, talvolta, lungo la via dello Welschmerz.

Congegni: Sotto il tacco

“…Maledite i boia, imbecilli: i boia che siete, che sono tutti coloro che acclamano gli assassini, gli inquisitori… ” Albert libertad – arriva!…Arriva!…L’Alfonso! 25 Maggio 1905.

sotto il tacco l’italico si sente al sicuro, ha trovato il suo posto, il suo ruolo e poco importa il fastidio iniziale, l’umano è un animale di facile adattabilità, il tacco è il suo specchio, la sua patente di civiltà, la sua dimostrazione di fedeltà, il suo vero ed unico legame con gli altri prostrati.

Pubblicazioni: Assenzio – Divagazioni, strali, capricci. Numero UN(ic)O

Nell’oscurità si trama, ogni alba è presagio di lotta.

Ogni giorno, la faccia nella polvere, l’individuo combatte per la propria affermazione contro le spinte omologanti, il dominio, l’autorità in qualsiasi forma, anche e soprattutto quella militante; belligerante contro le società, presenti ed immaginate dai burocrati delle rivoluzioni, si erge e gonfia il petto innanzi alle baionette di qualsiasi schieramento, nessuna lotta è la SUA lotta, almeno non data una volta per tutte.

Congegni: Mentre il colore sbiadisce

Obbiettivi, vogliono tutti un obbiettivo, lo cercano lo vedono da lontano, lo amano, lo inseguono e frustrati si accorgono che nonostante gli sforzi la distanza non si colma.

Congegni: L’accettazione Nichilista della finitudine

  Giusto qualche giorno fa l’eroe del popolo Conte, parlando dell’incipiente tornata di consumo natalizia ha ribadito quel che da tempo si sente vomitato da più parti riguardo alla responsabilità che il popolino dovrà dimostrare durante le festività legate al genetliaco di tal Yeshua Al Nozri -Gesù per gli amici- limitando assembramenti e bagordi di vario genere che prevedano la presenza di più di 6 individui, cose già sentite, ma il nostro ha postillato che la limitazione dovrà riguardare anche baci ed abbracci che anzi andranno accuratamente evitati e tutto questo pare sia sembrato normale ai più, senza che nessuno riflettesse come il tono perentorio del “comando” rappresenti l’ennesimo passo della capillarità del controllo che -sempre più interiorizzato- diviene anche controllo non solamente accettato ma anche auto-imposto; il concetto di “controllore di sé stesso” è uno di quelli più ripetuti in questo periodo dall’ambito del dominio, sia esso politico, medico, capitalista…ebbene francamente mi interessa poco la reale incidenza del virus, come poco mi importa disquisire su come e dove si sia sviluppato, se sia o non sia così mortale, ecc…lascio queste discussioni alle partigianerie d’ogni fazione.

Letture: “Il ladro” di Georges Darien

[…] Poi continua, e il suo volto si accende di una luce strana, il gesto diventa ampio, la voce possente.

«Le mie idee! Una sola idea: l’idea di libertà. Ah, conosco gli sforzi di alcuni, tra l’indifferenza atterrita delle masse, per far scaturire dalla stupida atrocità del presente la grandezza dell’avvenire! Generosi tentativi che furono e resteranno senza seguito perché è impossibile evocare la realtà in mezzo all’impostura, perché per far apparire la verità bisogna schiacciare la menzogna una volta per tutte. Anime provate dal dolore, cervelli straziati dall’angoscia, voi rimarrete sterili: nel solco scavato in voi dal vomere della disperazione non germinerà nulla. Quel solco sarà la traccia priva di seme in cui rotola la ruota della tortura.

Congegni: Lode!

“La Liberazione”
Illustre Pidocchiume

 

“Non c’è motivo di dire qualcosa a un altro che non sente e non può capire”.

Oscar Wilde, De Profundis

 

Lode! Lode! Lode all’anarchico/a post-modernista, post-ideologista, post-idealista! Lode a lui/Lei! Sia lode alla nuova novella dell’anarchismo ecumenico/rivoluzionario del concilio anarchista II! Lode ai/alle Libertari/e e al loro mondo multicolore e abbacinante! LODE!

Letture: Galleani

Coltivare sulle tombe dei precursori il culto d’una nuova fede, erigere sui patiboli gli altari e i simboli d’una nuova religione, elevare intorno alle urne dei martiri il te-deum della beatificazione, non è nei nostri desideri, nei nostri propositi, nelle nostre aspirazioni.
Luigi Galleani