Individui: Zo d’Axa

Zo d’Axa, vero nome Alphonce Gallaud de la Pérouse è nato in una famiglia borghese il 24 maggio 1864 a Parigi.

Discendente del navigatore Gallaud de la Pérouse, nipote del fornitore di latte al principe imperiale, è il figlio di un alto funzionario delle ferrovie di Orléans diventato in seguito ingegnere del municipio di Parigi. Sua sorella Marie, passerà molti anni in Tibet in cui viaggerà vestita da uomo in compagnia di uno sherpa. Nel 1929 pubblicò una storia del buddismo.

Letture – Senna Hoy: “Mi dolgo…” (una poesia)

Mi dolgo…

Che cosa significa aver vissuto e sentito, conosciuto e voluto, seminato e falciato,

Dato che presto me ne andrò e il mondo — chissà? — continuerà per eoni,

Poiché ci sono azioni che non ho compiuto, pensieri ardenti che non ho pensato,

Sferzate di dolore che non mi hanno tormentato, risate che non ho fatto;

Ed io, dato che i miei becchini iniziano il loro lavoro fischiettando e scherzando,

Dato che l’ultima sensazione si fissa nel cervello e l’ultimo desiderio urla nel cuore,

Mi dolgo per ogni crimine che non ho commesso,

Mi dolgo per ogni desiderio che non ho soddisfatto nella mia vita.

Letture: “L’espropriazione” di Erinne Vivani

Illustre Feccia – D as direct action

Fin dalle epoche più remote esistevano uomini — paragonabili agli odierni pescecani — che, servendosi della forza brutale e dell’astuzia, si appropriavano del patrimonio comune.

Se si fossero limitati a ciò, sarebbe stato poco male, in quanto che i danneggiati, adottando i sistemi dei loro predoni, avrebbero potuto, forse, riconquistare i beni perduti, rivalendosi magari sugli altri.
Il vero male sorse invece allorquando detti predoni, per consolidare e aumentare i prodotti del furto, costituirono l’autorità e pretesero di dettar leggi al mondo e precisamente a coloro che erano stati da essi usurpati.

Letture: “Il ladro” di Georges Darien

[…] Poi continua, e il suo volto si accende di una luce strana, il gesto diventa ampio, la voce possente.

«Le mie idee! Una sola idea: l’idea di libertà. Ah, conosco gli sforzi di alcuni, tra l’indifferenza atterrita delle masse, per far scaturire dalla stupida atrocità del presente la grandezza dell’avvenire! Generosi tentativi che furono e resteranno senza seguito perché è impossibile evocare la realtà in mezzo all’impostura, perché per far apparire la verità bisogna schiacciare la menzogna una volta per tutte. Anime provate dal dolore, cervelli straziati dall’angoscia, voi rimarrete sterili: nel solco scavato in voi dal vomere della disperazione non germinerà nulla. Quel solco sarà la traccia priva di seme in cui rotola la ruota della tortura.