(…) Ed ora il suo cinismo è giunto al colmo colla presentazione delle nuove leggi restrittive, le quali mettendo il bavaglio alla stampa, dando in mano al governo ogni associazione ed ogni individuo che gli dia noia, legalizzando senza che nessuno possa poi lamentarsi “d’illegalità” (il tema favorito dei piagnucolamenti socialisti) tutto ciò che ora è arbitrio, violazione dello statuto, capriccio, infamia governativa. In una parola, Pelloux vuole legalizzare e rendere permanente, stabile, con tanto di voto supino della camera e del senato, la reazione più feroce, l’oppressione più odiosa, lo sgoverno più assoluto.

Riuscirà nel suo intento questo nefasto? Si, se la resistenza del popolo sarà quella predicata dai socialisti e compagnia, cioè le agitazioni legali, le proteste platoniche delle elezioni, i memoriali, le petizioni e via discorrendo: tutte corbellerie, delle quali il signor Pelloux si infischia altamente.

No, se gli Anarchici ed i rivoluzionari tutti sapranno ed oseranno additare al popolo l’unica via da seguire, quella della rivoluzione immediata, della resistenza accanita, senza tregua e senza pietà, contro la ferocia della reazione.

Che si osi, ed il popolo ci seguirà, poiché la coppa delle sue amarezze e dei suoi dolori trabocca gorgogliando.

A quando, dunque, il gesto superbo di rivolta, o compagni d’Italia?

[La questione sociale, anno V numero 102, 11 Marzo 1899]