Affinità: Cercare la polveriera

da Finimondo:

«Non vi dice l’esperienza vissuta che dove lo schiavo s’adagia e si rassegna al giogo,
non hanno più freno la tracotanza e l’avidità del padrone?»

Da quanto tempo sta andando avanti? Ne abbiamo quasi perso memoria, sommersa com’è dalla nausea ed il disgusto.
Hanno provocato, indirettamente o direttamente, una pandemia. Ne hanno aggravato la letalità, con misure politico-sanitarie del tutto insensate. Hanno lasciato morire privi dell’affetto dei loro cari chi ne veniva colpito e stremato. Hanno vietato le autopsie che avrebbero potuto contribuire a chiarire la realtà.

LETTURE: “il pregiudizio del divenire”, estratto da: “La tentazione di esistere”, E.M. Cioran

(…) Invocando la storia con l’idea di soccombervi, abdicando in nome dell’avvenire, essi sognano, per il bisogno di sperare contro se stessi, di vedersi sviliti, calpestati, “salvati”…un simile sentimento condusse l’antichità a quel suicidio che fu la promessa cristiana.

L’intellettuale stanco riassume le deformità ed i vizi di un mondo alla deriva. Egli non agisce, patisce; se si volge all’Idea di tolleranza, non vi trova l’eccitante di cui ha bisogno. Il terrore, si, glielo procura, così le dottrine delle quali è il risultato. È forse la sua prima vittima? Non se ne lamenterà. La sola a sedurlo è la forza che lo stritola. Voler essere libero significa voler essere se stesso; ma è esasperato di essere se stesso, di camminare nell’incertezza, di vagare attraverso la verità. “mettetemi le catene dell’illusione”, sospira, mentre dice addio alle peregrinazioni della conoscenza. Così, si getterà a capofitto in qualsiasi mitologia che gli assicuri la protezione e la pace del giogo. Poiché rinuncia all’onore di addossarsi le proprie ansie, egli si imbarcherà in imprese dalle quali si aspetta sensazioni che non può attingere da se stesso, di modo che gli eccessi della sua stanchezza consolideranno le tirannie. Chiese, ideologie, polizie: cercatene l’origine nell’orrore che egli nutre verso la propria lucidità piuttosto che nella stupidità delle masse. Quest’aborto si trasforma, in nome di un’utopia da menefreghista, in becchino dell’intelletto, e, persuaso di far cosa utile, prostituisce quell’ “inebetitevi” che fu la tragica esortazione di un genio solitario come Pascal.

Affinità: La vera divisione

da Finimondo:

Sebbene non fosse certo un nemico di ogni autorità, George Orwell aveva colto nel segno quando pose così i termini della questione: «la vera divisione non è fra conservatori e rivoluzionari, ma fra autoritari e libertari». Ma chi è disposto ad ammettere, a riconoscere tale divisione? Di fronte alla dilagante potenza dell’ideologia, quella che attraverso un martellamento quotidiano frastornante dalla nascita alla morte inculca in tutti noi la certezza che solo l’autorità sia al tempo stesso fonte e garanzia di libertà, quanti hanno il coraggio di affrontare la solitudine che comporta non il semplice ricordare, ma vivere un simile pensiero? Non è facile, non è comodo, non è rassicurante, non è popolare. Detto su un altro registro — non è funzionale, non è producente, non è efficace, non è conveniente.