Quando avremo infine vuotato del suo lardo l’ultimo borghese in piedi
Quando avremo lacerato come un sacco l’ultimo utero
Dove poté crescere l’odioso germe dei Superbi
Allora riporremo il pugnale nella guaina.
Una raccolta postuma di Bruno Filippi, edita dai suoi compagni all’indomani della sua tragica morte. Buona lettura.
Qualche mese fa usciva sulla rivista anarchica multilingue Avalanche (numero 4) il mio testo, scritto assieme a V sul noto movimento del trenocrociato, intitolato: “La leggenda della valle che non c’è”, documento che a quanto pare non piacque a molti e spinse qualche indomito famiglio a recarsi nei pressi di casa mia al fine di vergare su un muro una scritta “lusinghiera” nei miei confronti.
Da poco gli editori di “Des Ruines”, rivista anarchica francese, hanno ripubblicato lo scritto ampliato con una postilla proprio sui fatti appena citati all’interno di un dossier sulla Valle di Susa inserito nell’ultimo numero della loro creatura. Colgo quindi di ripubblicare “la leggenda”, corredata dalla postilla in italiano…
Di seguito alcune righe scritte qualche mese fa, in parte già datate ma che credo possano contenere qualche utile riflessione…
Pare che per alcuni sia suonata una sorta di sveglia, e che destatisi da un bel sogno (ognuno ha quelli che si merita…) si siano trovati davanti -come si dice- alla dura realtà, la speranza tradita dei pavidi che sognavano un “mondo nuovo” partorito dal marcio delle democrazie occidentali, degli innamorati della truffa democatica e della rappresentanza, dei socialdemocratici mielosi e chi più ne ha più ne metta.
La Grecia del fantoccio Tzipras e del suo partito Syriza dopo aver promesso la alle masse speranzose sempre in cerca di facili soluzioni e messia in giacca e cravatta ha visto cadere la sua facciata di parco giochi delle politiche popolar/riformiste e mostrare il suo vero volto, che poi è sempre lo stesso da sempre, di un partito che si è barcamenato fra il populismo puro e la creazione di un immaginario da socialdemocrazia ottocentesca e che in realtà non è stato altro se non una valvola di sfogo funzionale ad allentare la pressione sociale che nel paese dei filosofi si stava conformando come possibile rivolta radicalmente antisistemica, insomma un esperimento reazionario verniciato di rosso che ha dato tempo al capitale di riorganizzarsi e prepararsi meglio contro la possibile deriva rivoltosa che i provvedimenti imposti dalla troika scateneranno verosimilmente in terra ellenica.