affinità: Ciononostante

premesso che riconosco molte piante e trovo soddisfacente accendere il fuoco con l’archetto…
http://www.finimondo.org/node/1848
«Ci si figuri un gran numero di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali siano sgozzati ogni giorno sotto gli occhi degli altri, cosicché i superstiti vedono la propria sorte in quella dei loro simili e aspettano il proprio turno, guardandosi l’un l’altro con dolore e senza speranza. Tale è l’immagine della condizione umana»
Blaise Pascal
Qualcuno afferma che la principale passione triste di cui è intrisa quest’epoca sia quel senso di impotenza generalizzata che si avverte di fronte alla sempre più evidente fine di ogni nobile idea, alla scomparsa di ogni orizzonte straordinario, all’impedimento di ogni azione audace. Davanti alla quotidianità di massacri e devastazioni, del mondo esteriore come dell’universo interiore, nulla sembra più valere un tentativo. Tutto appare vano, mortificato dalla riproduzione di un eterno presente. Dopo aver da tempo speronato l’iceberg fatale, alla nostra titanica società non resta che affondare. Inutile agitarsi, allora?

Affinità: Finimondo – All’altezza della situazione

muccacabCondivido soprattutto per la giusta questione posta nell’ultimo capoverso…

All’inizio si stenta a crederci — sembra proprio uno scherzo. Eppure la notizia è lì, riportata dai principali organi di informazione. In fondo, perché non credere che le cose siano andate così?

Affinità: Finimondo – “Sarcogyps”

«Il colpo di Stato di Giugno, questo vampiro anonimo,
In voi Tribuni, in voi Borghesi, si è incarnato,
E dicembre ne è solo il figlio legittimo.
Ex bravi dell’autorità,
Battetevi il petto e, davanti a questa bara,
Emendando il passato, il presente vi si schiarisca.
Non vi è che un talismano per tutti — la libertà!»
Joseph Déjacque
Era il 24 giugno 1852 quando l’anarchico Joseph Déjacque pronunciò queste parole. La triste occasione gli era stata data dal funerale di Goujon, compagno di lotta e di esilio, morto pochi giorni prima a Londra. Le sue esequie furono seguite da tutti i proscritti francesi presenti nella capitale inglese, fra cui spiccavano gli ex capi della rivoluzione del 1848. Come ricorderà Gustave Lefrançais, «Ledru-Rollin, Louis Blanc, Caussidière, Félix Pyat, Nadaud, i due Leroux, Greppo, Martin Bernard — tutti ex rappresentanti del Popolo — camminavano in testa al corteo funebre e si ritrovarono così in prima fila davanti alla fossa».

Affinità: Quale pane mangiamo?

Da Finimondo:

Lo sappiamo che è uno sciocco ed inutile intermezzo terminologico, ma tant’è. Più passa il tempo e più siamo costretti ad interrogarci sul significato di una parolina di otto lettere di cui si fa un uso disinvolto, soprattutto qui in Italia: compagno. Pare che derivi dal latino medioevale «companio», termine composto dalla preposizione «cum» e dal sostantivo «panis». Compagno è colui che mangia lo stesso pane, quasi un intimo commensale o comunque chi partecipa allo stesso vitto.

Sotto pressione

7c59d2be0efc9a5d791e643bdf0779cd73ef6c12_mDa Finimondo:

Questa notte un boato ha disturbato il sonno degli abitanti del quartiere Borgo Trento, a Brescia. Un ordigno artigianale è saltato davanti alla Polgai, sede della Scuola di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa. Pochi i danni ma — come si usa dire sotto Natale — è il pensiero che conta. Gli esperti della Scientifica e gli artificieri sono al lavoro. Dicono che qualcuno ha “caricato” una pentola a pressione. Una volta tanto, ci crediamo sulla parola!

In guerra, tutti quanti

Nel 1997 l’industria cinematografica di Hollywood sfornò un film in cui si immaginava la progettazione di un clamoroso attentato terroristico a New York, una vendetta per la morte dei propri cari avvenuta nel corso di una delle tante guerre civili (nello specifico, quella della Bosnia-Erzegovina) fomentate dai governi occidentali. Era un film fatto per i botteghini, niente di speciale, e che sarebbe presto scivolato nell’oblio se non fosse per quanto accaduto nel settembre di 4 anni dopo. Col senno del poi, quel film non ha mancato di attirare l’attenzione di qualcuno. Non a caso. Vi figurava infatti una scena in cui l’attentatore spiegava con chiarezza le ragioni che lo avevano spinto – lui, uomo maturo e colto – a compiere un simile gesto. Ecco, per quanto avvolte nella pellicola dello spettacolo, quelle ragioni non avevano nulla di cinematografico. Anzi, era facile intuire che battessero nel petto di decine e centinaia di migliaia di esseri umani in carne ed ossa sparsi per il mondo.