Congegni: lessico minimo del rivoltoso ai giorni del cittadinismo

donabboGiorni grigi, questi, dove sciacquatisi di dosso i fastidiosi residui della un tempo sbandierata coerenza -fra mezzi e fini, rivoluzionaria, ideologica e via dicendo- i novelli esegeti del post anarchismo in odor di marxismo leninismo corrono a destra e manca in cerca di seguaci e visibilità, ammiccando, piacioneggiando, contando sul pallottoliere dell’autorevolezza i propri voti nello scacchiere politico della guida dei -scusate il termine eccessivamente sguaiato- “movimenti popolari” non disdegnando di presenziare ad iniziative filoistituzionali o di marciare a braccetto con magistrati, politicanti, sindacalisti.

Solidarietà alla Riva Occupata sgomberata

Generalmente mi sono riproposto di utilizzare queste pagine per scrivere ciò che penso e rilanciare testi interessanti o affini al mio sentire, ma in questo caso mi sento di operare un’eccezione ed esprimere tutta la solidarietà possibile agli affini e -non uso quasi mai questo termine ma in questo caso è sentito- compagni della Riva; avrei voluto rivedervi li, fra le “vostre” mura, ci rivedremo altrove, sempre con la stessa determinazione.

A presto ed un abbraccio di rabbia, M

Affinità: Voglio complici, non comunità

Rilancio questo scritto condividendolo a pieno, conscio che per molti il suo contenuto risulterà incomprensibile e censurabile ma, ça va sans dire, in un epoca nella quale le grandi famiglie sono il nuovo dogma rivoluzionario fa piacere -ogni tanto- incontrare affini -capita sempre più raramente- o leggere testi come questo e anche ciò capita sempre con meno frequenza…

Apio Ludd
 «Le comunità… si definiscono meglio in termini di rapporti alimentari
— ci domandiamo chi mangia chi»
Marson Bates
Maledizione, quasi dovunque vada sento parlare di comunità. Sembra che sia qualcosa di cui tutti hanno bisogno, qualcosa a cui tutti devono voler dare se stessi. Nelle grandi città è facile ignorare questi appelli ad appartenere, essendo difficile per i disarmati sostenitori di comunità* introdursi personalmente nella vita degli altri. Ora vivo in una zona rurale. Ha molti vantaggi, ma la sua popolazione umana comprende troppi liberali, attivisti, benpensanti, in parole povere ficcanaso per cui la comunità è sacra, una divinità impersonale davanti alla quale questi credenti pretendono che tutti si inchinino.

Affinità: Udine, 28.2.16, Potere e classe di Dio

etienneDa Alcuni Anarchici udinesi, un’interessante riflessione:

Udine, domenica 28 febbraio 2016

C’è una parola che è stata demonizzata generalmente dal movimento anarchico ed è “potere”. Il potere è il male assoluto, lo Stato, la Chiesa, il capitale, a volte persino l’apparato tecno-scientifico, ma solo per pochi, cosa credete?: non si vuol mica essere estremisti. Una bella pasticca pronta pronta dalla Bayer (chiamarsi I.G. Farben e gasare gli Ebrei è fuori moda) ed è tutto risolto. E poi se mi eliminate anche il medico da chi andrò a confessarmi e riporre eterna fiducia? E il politico no, e il prete no, e il padrone no, e adesso nemmeno il papà di Hiroshima e di tutte le nostre comodità moderne e civili? Siete proprio dei barbari selvaggi!

Affinità: Finimondo – All’altezza della situazione

muccacabCondivido soprattutto per la giusta questione posta nell’ultimo capoverso…

All’inizio si stenta a crederci — sembra proprio uno scherzo. Eppure la notizia è lì, riportata dai principali organi di informazione. In fondo, perché non credere che le cose siano andate così?

Affinità: Parigi, La Discordia : Scarabocchio ha scarabocchiato – bis repetita placent

discordiaCondivido volentieri visto che…di scritte e minacce me ne intendo, pare proprio che tutto il mondo sia (un brutto) paese; ovviamente esprimo tutta la mia solidarietà ai discordi….

Avremmo preferito non seccarvi ancora con peripezie di questo genere… Ma non avevamo fatto i conti col nostro amico scarabocchio, che ha colpito ancora una volta.

 

Lunedì 8 febbraio, arrivando alla biblioteca per la permanenza settimanale, abbiamo avuto la «sorpresa» (oddio, relativa!) di trovare dei nuovi messaggi. Stavolta hanno gettato un po’ di vernice sulle finestre e fatto due scritte per terra. Una diceva “Racistes Go Home” e l’altra era un’enigmatica firma (?) “La Fraction”. I nostri timidi artisti hanno anche scarabocchiato le A cerchiate dell’ultima volta (almeno le cose sono chiare!). Beninteso il tutto è stato ancora una volta pulito in poco tempo, e tutto il quartiere pensa ancora a un attacco dell’estrema destra (ma è davvero sbagliato?).
Scarabocchio può essere fiero di lui, il suo disegno è stato appeso nella prima elementare della scuola di fronte!

Congegni: Anarchismo cacotopico

tre giovani bretoniGiro, girotondo, casca il mondo…

Così, tutti per mano, nel turbine gioioso dell’amore globale, senza pensarci troppo…

Ebbene l’amore non ha proprio confini e di amore virale deve proprio trattarsi, un’epidemia scoppiata chissà dove e che ha contagiato un buon numero di rivoltosi di ogni colore, impegnati ormai senza borghesi pudori a lanciarsi in vorticosi girotondi, tutti uniti, rossi e rossoneri, in un amplesso frontista che, ai più sensibili, provoca invero qualche imbarazzato rossore; quanto sembrano lontani i giorni dell’anno domini 1921, dove dalle campagne ucraine ai mari ghiacciati intorno a Kronstadt risuonavano i colpi della controrivoluzione autoritaria avvolta nella bandiera rossa e ancora più lontani paiono, benché cronologicamente più prossimi, i caldi giorni della Spagna del ’37 dove il sole della primavera battezzava quello che avrebbe dovuto essere un monito per tutti gli innamorati della libertà “Non si può far fronte con l’autorità, questa prima o poi, quando non servirete più e una volta raggiunti i suoi scopi, vi spazzerà via senza troppi complimenti”

ricordate il 5 maggio 1937(1)?

Affinità: [Italia-Carcere di Ferrara] Riflessioni e illazioni (verosimili…) sul corteo del 5 dicembre 2015 di Venezia.

pagliaccio1Rilancio volentieri questa riflessione che mi pare tocchi punti importanti rispetto alle tendenze che da tempo un certo anarchismo pare abbia preso; che si tratti della perdita di radicalità legata all’autorappresentazione o di “offerta” rivoluzionaria rivolta ai popolani.

Visto che pare proprio che si debba accettare senza fiatare la “new wave” dell’anarchismo “di sintesi”, contaminato con parole d’ordine autoritare, cittadiniste, pacifiste o quant’altro, con ogni parola soppesata in chiave di ricerca del consenso, pena -in caso di dissenso- processi sommari, minacce e quant’altro da parte di questi novelli capipopolo in potenza, leggere un testo come questo, certo non l’unico uscito in questi mesi dalle sbarre dei supercarceri e che come gli altri verrà passato sotto silenzio in certi ambienti, che con chiarezza e semplicità mette in luce le nudità del re beh, fa piacere.

M.

Fonte: lettera arrivata alla casella di posta di CNA

Ferrara 24/01/16

E guardo il mondo da un oblò…mi annoio un po’…

Riflessioni e illazioni (verosimili…) sul corteo del 5 dicembre 2015 di Venezia.

Sono più di tre anni che guardo a quanto accade nel bel paese con un certo distacco… non certo per scelta, ma a causa di infami mura che rendono ovattata e, a volte, distorta la percezione di quello che succede fuori. Quella che non è cambiata è la felicità che provo quando ho notizia di un qualche atto di rivolta, è la stessa di sempre che scalda il cuore quando si vede la vita irrompere nella realtà e sconvolgere la rassegnazione che, troppo spesso, caratterizza il quotidiano. Detto questo, immaginatevi il sussulto, quando il 5 dicembre, guardando il telegiornale regionale (anche se il resort che mi ospita si trova in Emilia Romagna vediamo quello del veneto…) sento la giornalista, con voce di circostanza, dire: “assalto degli anarchici insurrezionalisti al centro di Venezia, numerosi danneggiamenti…”. Che gioia vedere bancomat “anneriti”, scritte “infuocate” sui muri e bottegai “sconvolti” dalla violenza degli anarchici…

Congegni: Camminatore solitario

mountainQui non palazzi, non teatro o loggia ma’n lor vece un abete, un faggio, un pino. Tra l’erba verde e’l bel monte vicino levan di terra al cielo nostr’intelletto.
(Francesco Petrarca)

Osservando un panorama da un poggio lo sguardo spazia, gli orizzonti si fanno ampi, d’immenso respiro, tanto da far credere di poter abbracciare in uno sguardo tutto l’esistente più prossimo. Avviandosi però giù, lungo i pendii, i molteplici sentieri si fanno più incerti, tortuosi, là dove si era ravvisato un comodo passaggio troviamo ora intricate reti di rovi e radici, là dove pensavamo una comoda radura troviamo una selva di ginestra spinosa.

Affinità: CIVITAVECCHIA – COMUNICATO FAI/FRI SU ATTACCO AL TRIBUNALE

Old engraved illustration of bomb or fire bomb isolated on a white background. Industrial encyclopedia E.-O. Lami - 1875.

I sali! Presto i Sali al movimento popolare! Ah ecco, ora va meglio…Chissà se sarà stata questa la reazione nei gabinetti di partito degli anarchici rivoluzionarpopolari alla lettura della rivendicazione dell’attacco al tribunale di Civitavecchia: “E’ per questo che non ci illudiamo di lavorare per alcuna rivoluzione, abbiamo chiaro in mente che l’unica anarchia realizzabile è quella che viviamo quando finalmente ci liberiamo di ogni giogo e decidiamo di attaccare il dominio”.

Intollerabile, provocatori! Provocatori o idioti! Avrà invece pensato qualche altro alfiere dell’anarchismo valutato sul pallottoliere: “Hanno danneggiato auto in sosta di poveri lavoratori che ora porteranno in odio gli anarchici, oltre a ritardare la timbrata del loro cartellino, un passo in dietro per la rivoluzione popolare!”…

Da par mio invece condivido e rilancio con gioia atto e rivendicazione (M.):

“ Il mio core aborre e sfida

I potenti della terra,

il mio braccio muove guerra al codardo all’oppressor”

(Amore ribelle – Pietro Gori)

Viviamo in un stato di guerra permanente globale, la guerra perenne tra oppressori, lo sappiamo noi e lo sanno protagonisti principali e secondari del dominio. Soprattutto lo sanno gli oppressi, che subiscono l’arbitrio del potere sulle loro vite.