Ogniqualvolta mi trovo ad affrontare riflessioni, a cercare di risolvere problemi, a confrontarmi con la realtà dei fatti, mi si para sempre di fronte quello che ritengo sia uno dei mali più subdoli che possa colpire l’essere umano, inteso come animale sociale e culturale. L’annullamento dell’Io. O meglio, la liquefazione dell’Io all’interno di un Noi anonimo e dai confini melliflui e indistinti. Lungi da me fare della psicanalisi, non solo non ne possiedo gli strumenti, ma non ritengo sia necessario farlo. Per descrivere questo fenomeno, basta l’osservazione attenta di una realtà che ci sta sotto gli occhi per la gran parte del tempo che impieghiamo confrontandoci con gli altri, dal rapporto di coppia fino a questioni più complesse e socialmente rilevanti. Il Noi è senza dubbio affascinante, ma è un concetto talmente pervasivo e pericoloso da fare paura. Viene usato per descrivere gruppi umani che decidono “spontaneamente” di unirsi e trarre forza vicendevolmente, per sostenere azioni e battaglie condivisibili o per sottolineare l’amore incondizionato tra due o più persone. Se ci si ferma all’epidermide della questione, il Noi risulta virtualmente inattaccabile, è un gesto d’amore generoso che fa si che l’Io si fonda placidamente in questo tutto, traendone in cambio forza e solidarietà reciproca. Il Noi è forte, l’Io da solo è piccolo e debole.
Affinità: PROCESSO NO TAV. CONSIDERAZIONI INATTUALI di Friederich Niciuno
Pur non condividendo in toto il tono dello scritto ritengo che ponga delle interessanti questioni sullo stato dell’anarchismo italiota; alcune di queste domande me le posi anche io quando òai tempi- lessi lo scritto di Alfredo: “Su Etica, sabotaggio e terrorismo“, le risposte però mi paiono evidenti. Oscurare, non parlare di qualcosa, ignorarla, significa -in questi tempi di rappresentazione ossessiva- far si che semplicemente non esista, e che tutto proceda spedito, come si è deciso…
Sembra ormai giunto alla fine il processo sull’attacco al Compressore. A meno di improbabili sorprese in Cassazione, che per la verità si è già espressa più volte contro l’ipotesi di terrorismo, i vari tribunali hanno confermato una verità giudiziaria: attaccare un compressore non è terrorismo. Era quello che sostenevano i movimenti, che infatti cantano vittoria. Ma di quale vittoria parliamo?
Solidarietà alla Riva Occupata sgomberata
Generalmente mi sono riproposto di utilizzare queste pagine per scrivere ciò che penso e rilanciare testi interessanti o affini al mio sentire, ma in questo caso mi sento di operare un’eccezione ed esprimere tutta la solidarietà possibile agli affini e -non uso quasi mai questo termine ma in questo caso è sentito- compagni della Riva; avrei voluto rivedervi li, fra le “vostre” mura, ci rivedremo altrove, sempre con la stessa determinazione.
A presto ed un abbraccio di rabbia, M
Affinità: Voglio complici, non comunità
Rilancio questo scritto condividendolo a pieno, conscio che per molti il suo contenuto risulterà incomprensibile e censurabile ma, ça va sans dire, in un epoca nella quale le grandi famiglie sono il nuovo dogma rivoluzionario fa piacere -ogni tanto- incontrare affini -capita sempre più raramente- o leggere testi come questo e anche ciò capita sempre con meno frequenza…
Apio Ludd
Affinità: Udine, 28.2.16, Potere e classe di Dio
Da Alcuni Anarchici udinesi, un’interessante riflessione:
Udine, domenica 28 febbraio 2016
C’è una parola che è stata demonizzata generalmente dal movimento anarchico ed è “potere”. Il potere è il male assoluto, lo Stato, la Chiesa, il capitale, a volte persino l’apparato tecno-scientifico, ma solo per pochi, cosa credete?: non si vuol mica essere estremisti. Una bella pasticca pronta pronta dalla Bayer (chiamarsi I.G. Farben e gasare gli Ebrei è fuori moda) ed è tutto risolto. E poi se mi eliminate anche il medico da chi andrò a confessarmi e riporre eterna fiducia? E il politico no, e il prete no, e il padrone no, e adesso nemmeno il papà di Hiroshima e di tutte le nostre comodità moderne e civili? Siete proprio dei barbari selvaggi!