Letture: Individuo e terrore di Leo Löwenthal

da Finimondo:

Secondo un’opinione ampiamente condivisa, il terrore fascista è stato solo un effimero episodio della storia moderna e per fortuna ora si trova alle nostre spalle. Non riesco a condividere tale parere. Ritengo piuttosto che il terrore sia profondamente radicato nella dinamica della civiltà moderna, in particolare nella moderna organizzazione economica. La riluttanza ad affrontare senza riserve questo fenomeno in tutte le sue implicazioni è già di per sé un sintomo subliminale del terrore. Indubbiamente per quanti vivono nel terrore è pressoché impossibile riflettere su di esso e ampliare la conoscenza dei suoi meccanismi. Ma questa spiegazione non basta certo a comprendere il sorprendente riserbo, se non addirittura la rassegnazione, messa in mostra dal mondo occidentale, pur così amante dei fatti, dinanzi al terrore totalitario. L’Occidente ha esitato davanti ai fatti del terrore fascista, sebbene fossero resi disponibili da fonti affidabili, finché questi non gli sono stati scaraventati addosso negli orrori senza veli di Buchenwald, Oswiecim, Belsen e Dachau. Esita oggi davanti ai fatti del terrore successivo alla fine della guerra militare. All’irrigidimento al servizio dell’autoconservazione, che regna nei paesi in preda al terrore, sembra fare riscontro, nel cosiddetto «mondo libero», una rimozione psichica di massa, una fuga inconscia davanti alla verità.

Letture – Senna Hoy: “Mi dolgo…” (una poesia)

Mi dolgo…

Che cosa significa aver vissuto e sentito, conosciuto e voluto, seminato e falciato,

Dato che presto me ne andrò e il mondo — chissà? — continuerà per eoni,

Poiché ci sono azioni che non ho compiuto, pensieri ardenti che non ho pensato,

Sferzate di dolore che non mi hanno tormentato, risate che non ho fatto;

Ed io, dato che i miei becchini iniziano il loro lavoro fischiettando e scherzando,

Dato che l’ultima sensazione si fissa nel cervello e l’ultimo desiderio urla nel cuore,

Mi dolgo per ogni crimine che non ho commesso,

Mi dolgo per ogni desiderio che non ho soddisfatto nella mia vita.

Letture: Memoria difensiva di Anna in vista della sentenza per il processo Scripta Manent

Per quanto sia sovente in disaccordo con alcune posizioni di Anna pubblico il seguente scritto che trovo interessante riguardo il quadro di fondo che si palesa riguardo le squallide e schifose metodologie d’inquisizione dei rosicchiatori d’ossa in divisa e toga; quanto piccoli devono essere costoro e quanto ottenebramento mentale necessita per decidere di passare la propria misera esistenza a spiare, inventare, sbavare le esistenze altrui, animali da guardia cui la propria catena rappresenta anche il proprio privilegio. miseri…


Alla Corte di Assise di Appello di Torino

Memoria difensiva di Anna Beniamino, seconda parte

L’equivoco di fondo di questo processo è che abbia per oggetto qualcosa di nuovo quando per gli stessi fatti e idee, in tanti compagni, per anni siamo stati indagati, processati, assolti e condannati. Non è nuovo il tentativo di trasformare in “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” i legami solidali che stanno alla base dell’agire anarchico.

Letture: “L’espropriazione” di Erinne Vivani

Illustre Feccia – D as direct action

Fin dalle epoche più remote esistevano uomini — paragonabili agli odierni pescecani — che, servendosi della forza brutale e dell’astuzia, si appropriavano del patrimonio comune.

Se si fossero limitati a ciò, sarebbe stato poco male, in quanto che i danneggiati, adottando i sistemi dei loro predoni, avrebbero potuto, forse, riconquistare i beni perduti, rivalendosi magari sugli altri.
Il vero male sorse invece allorquando detti predoni, per consolidare e aumentare i prodotti del furto, costituirono l’autorità e pretesero di dettar leggi al mondo e precisamente a coloro che erano stati da essi usurpati.

Letture: “Il ladro” di Georges Darien

[…] Poi continua, e il suo volto si accende di una luce strana, il gesto diventa ampio, la voce possente.

«Le mie idee! Una sola idea: l’idea di libertà. Ah, conosco gli sforzi di alcuni, tra l’indifferenza atterrita delle masse, per far scaturire dalla stupida atrocità del presente la grandezza dell’avvenire! Generosi tentativi che furono e resteranno senza seguito perché è impossibile evocare la realtà in mezzo all’impostura, perché per far apparire la verità bisogna schiacciare la menzogna una volta per tutte. Anime provate dal dolore, cervelli straziati dall’angoscia, voi rimarrete sterili: nel solco scavato in voi dal vomere della disperazione non germinerà nulla. Quel solco sarà la traccia priva di seme in cui rotola la ruota della tortura.

Affinita’: “Facciamo finta che tutto va bene…che tutto va bene…”

Credo utile ripubblicare uno scritto di Gianluca I. ai tempi della sua reclusione, nonostante dati 2015 credo che alcune riflessioni contenute nel testo siano utili ancor oggi…

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Letture: Contro lo scientismo, di Pirre Thuillier

Contro lo scientismo” di Pierre Thuillier

S-edizioni, 2020

Dalla quarta di copertina:

“In partenza, vi era il mondo della vita, nel senso banale e ingenuo che i non-scienziati danno all’espressione. Un mondo a volte allegro a volte triste, in cui gli uomini provano dei sentimenti e delle emozioni, dove cercano la loro strada, amano, lottano, ecc. Poi arriva la “scienza”, neutrale e oggettiva: non restano che atomi, ancora atomi, soltanto atomi. Ed esperti di atomi, che ci insegnano, sempre neutrali e oggettivi, che noi dobbiamo vivere “scientificamente”; vale a dire come dei conglomerati di atomi, come dei grossi edifici molecolari di cui sono i soli a conoscere la vera natura. Curiosamente i nuovi maestri spirituali ci fanno tornare alla vecchia affermazione biblica: l’uomo è polvere e tornerà polvere…”

 

Una copia singola cinque di vile denaro (quattro sopra le 5 copie).

Per ricevere copie e per spunti critici:

s-edizioni@logorroici.org

Letture: Galleani

Coltivare sulle tombe dei precursori il culto d’una nuova fede, erigere sui patiboli gli altari e i simboli d’una nuova religione, elevare intorno alle urne dei martiri il te-deum della beatificazione, non è nei nostri desideri, nei nostri propositi, nelle nostre aspirazioni.
Luigi Galleani

Letture: Cesare Stami – Odio i politicanti

Un personaggio che non conoscevo, figura obliata negli annali del perbenismo anarchico che da sempre ha guardato con malcelato fastidio  quegli individui che non si sono sottomessi alla morale dei bravi rivoluzionari amanti delle folle e grondanti livore verso chi non ripetesse la solita liturgia religiosamente anarchica, fiore selvaggio a guisa di un Novatore, di un Filippi anche oggi i suoi scritti, ne sono certo, provocheranno seri pruriti ai politicanti dell-anarchismo. Una piacevole scoperta.

M.


L-introduzione del libro:

«Il solo espropriatore italo-americano su cui la letteratura anarchica 
non ha nulla da dire è Cesare Stami, anarchico individualista selvaggio…»
Nunzio Pernicone
Carlo Tresca and the Sacco-Vanzetti Case
La prima volta che ci siamo imbattuti nella sua ombra è stato oltre una decina di anni fa. Per caso, per puro caso. Eravamo in una biblioteca anarchica e stavamo sfogliando una vecchia rivista, di quelle ingiallite dal tempo, pubblicata alla fine degli anni 20 da individualisti italiani emigrati negli Stati Uniti.
A un tratto l’occhio ci è caduto su un articolo commemorativo in cui si rendeva omaggio ad un anarchico italiano sepolto e dimenticato da tutti. Oltre a venire descritto come un uomo pieno di virtù e di vizi, dal pensiero provocatorio e iconoclasta, insofferente ad ogni morale (compresa quella cara a certi anarchici), veniva anche ricordato per essere stato un temibile fuorilegge, ammazzato alcuni anni prima in un agguato dalla polizia. Ecco perché, sospirava l’autore del testo, «la tacita congiura del silenzio e dell’oblio si è fatta attorno al suo nome».
Il suo nome era Cesare Stami.

Letture: Zo d’Axa, Andiamo individuali…

«Andiamo- individuali, senza la Fede che salva e che acceca. Il nostro disgusto per la Società  non genera in noi convinzioni immutabili. Ci battiamo per la gioia delle battaglie e senza il sogno di un futuro migliore. Cosa ci importa dei domani che non giungeranno che tra alcuni secoli! Che ci importa dei pronipoti! E’ al di fuori di tutte le leggi, di tutte le regole, di tutte le teorie- anche anarchiche- è sin dall’istante, sin dall’ora, che vogliamo lasciarci andare alle nostre pietà , alle nostre passioni, alle nostre dolcezze, alle nostre rabbie, ai nostri istinti- con l’orgoglio di essere noi stessi». [“Nous” (Noi), in: L’en dehors, 1891].