Affinità: Trieste, 26.1.16, Salvini, le povere vittime di sinistra e la celere cattivona

Dal blog Alcuni Anarchici udinesi:

Che dire, come non ritrovarsi in queste righe? Condivido volentieri…

Provo meno simpatia per gli oppressi che per gli oppressori, per le vittime piuttosto che per i carnefici. Se proprio bisogna ricoprire un ruolo in questo misero teatrino, preferisco quello del cattivo. Quanto meno l’oppressore, il padrone, ecc., sa bene da che parte sta e utilizza metodi adeguati al conseguimento dei suoi interessi, come la violenza per esempio. Il nemico è coerente. Dall’altra parte invece non si fa genericamente altrettanto e si preferisce giocare a fare le vittime e leccarsi le ferite. Poveri cuccioli.

Affinità: Finimondo – “Sarcogyps”

«Il colpo di Stato di Giugno, questo vampiro anonimo,
In voi Tribuni, in voi Borghesi, si è incarnato,
E dicembre ne è solo il figlio legittimo.
Ex bravi dell’autorità,
Battetevi il petto e, davanti a questa bara,
Emendando il passato, il presente vi si schiarisca.
Non vi è che un talismano per tutti — la libertà!»
Joseph Déjacque
Era il 24 giugno 1852 quando l’anarchico Joseph Déjacque pronunciò queste parole. La triste occasione gli era stata data dal funerale di Goujon, compagno di lotta e di esilio, morto pochi giorni prima a Londra. Le sue esequie furono seguite da tutti i proscritti francesi presenti nella capitale inglese, fra cui spiccavano gli ex capi della rivoluzione del 1848. Come ricorderà Gustave Lefrançais, «Ledru-Rollin, Louis Blanc, Caussidière, Félix Pyat, Nadaud, i due Leroux, Greppo, Martin Bernard — tutti ex rappresentanti del Popolo — camminavano in testa al corteo funebre e si ritrovarono così in prima fila davanti alla fossa».

Affinità: Belgio – “Dell’incompatibilità”

Condivisibile. Quindi pubblico…

L’originale in francese lo trovate qui: http://cettesemaine.info/breves/spip.php?article1416&lang=fr

6026e3121af3feff54ae71801e275f8a1477888a_mSe spesso è indubbiamente più comodo tacere, certi silenzi possono anche diventare insopportabili. È perciò che, malgrado tutto, abbiamo preferito prendere la parola.
Come voi, abbiamo visto che sono in corso tre iniziative in tre diverse città italiane in cui sono giunti alcuni compagni di Bruxelles a parlare della lotta contro la maxi-prigione. Se si tratta di una lotta specifica in un luogo determinato, è pur vero che la questione riguarda potenzialmente tutti gli anarchici e altri ribelli, anche al di là delle frontiere statali. Fin dall’inizio di questa lotta ci sono stati infatti anarchici, provenienti un po’ dappertutto, che se ne sono interessati, che l’hanno difesa, che vi hanno partecipato in diverse maniere. Ciò non costituisce solo un piccolo extra, questa dimensione internazionale si è radicata nella progettualità stessa di questa lotta. E al di là del fatto se il conflitto avvenga attorno alla costruzione di una maxi-prigione, di un aeroporto, di una miniera d’oro o se è una rivolta che infiamma le strade delle metropoli o i sentieri delle campagne, è la questione della progettualità insurrezionale che dovrebbe essere il fulcro degli scambi fra compagni, e questo a livello internazionale.

Letture: Albert Libertad – “Che crepi il vecchio mondo!”

libertadGiusto con qualche giorno di ritardo rispetto al primo giorno dell’anno, nonostante i 110 dalla stesura, pubblico questo scritto di Albert Libertad, attuale ancora oggi. Buona lettura.

Ah! Ah! È Capodanno!
La voce chiara del ragazzo e la voce spezzata del vecchio intonano la stessa ballata: la ballata dei voti e degli auguri.
L’operaio al suo padrone, il debitore al suo creditore, l’inquilino al suo proprietario, ripetono lo stesso ritornello del buono e felice anno.
Il povero e la povertà se ne vanno per le strade a cantare la cantilena della lunga vita.
Ah! Ah! È Capodanno!
Bisogna che si rida! Bisogna che ci si diverta. Che tutti i volti assumano un atteggiamento di festa. Che tutte le labbra lascino sfuggire i migliori auguri. Che su tutte le facce si disegni il ghigno della gioia.

Affinità: Alfredo Cospito – “Su Etica, sabotaggio e terrorismo”

Pubblico questo scritto di Alfredo Cospito che dice la sua su un “dibattito” che mai si è aperto ma che a parere di chi scrive dovrebbe essere al centro della lente di ingrandimento dei rivoltosi.

Non condivido in toto le argomentazioni di Alfredo, soprattutto quando sembra mettere su uno stesso piano tutti gli “insurrezionalisti” in maniera decisamente forzata e superficiale, ma credo altresì che su questo tema -l’insurrezionalismo- si dovrebbe aprire una riflessione più approfondita; detto ciò vi lascio ai pensieri di Cospito.

Per scrivere ad Alfredo:

ALFREDO COSPITO
Casa Circondariale di Ferrara
Via Arginone, 327 – 44122 Ferrara

Il testo è uscito sul numero 2 di Croce Nera Anarchica, per richiedere le copie potete scrivere qui:

mail: croceneranarchica@autistici.org

casella postale Pasquale Valitutti

C.P. 18003 – 00164 Roma

SU “ETICA”, “SABOTAGGIO” E “TERRORISMO”

Congegni: La lingua armata. Spunti di riflessione su linguaggio e dominio.

kubin dominioSe si sente raccontare qualcosa di stupefacentee di molto lontano dall’esperienza quotidiana, rimane sempre in noi un ultimo dubbio. E questo senz’altro è un bene. Altrimenti saremmo lo zimbello di ogni persona che abbia la parlantina sciolta o del primo imbroglione che capiti (…)

Alfred Kubin . “l’altra parte”

Una pietra è una pietra, nominarla rimanda immediatamente ad un oggetto con determinate caratteristiche le quali, seppur generali individuano precisamente un corpo fisico la cui immagine è strettamente legata al concetto che la rappresenta all’intelletto; vedendo una carota nessuno si sognerebbe di chiamarla sasso o di affermare di trovarsi innanzi ad esso e, qualora lo facesse, nei più provocherebbe un sorriso compassionevole.

– Niente di più semplice?

Forse…almeno fino a quando non si decidesse di addentrarsi nella selva oscura dei così detti movimenti radicali, di cambiamento dell’esistente, rivoluzionari oppure…scegliete voi la prosopopea che preferite. Varcato il confine delle sedi di partito, e ancor più che in esse, tutto diventa fumoso, scivoloso, oscuro…ad oggi fra buona parte dei novelli Spartaco un sasso è una carota, ma anche un albero o una casa, o qualsiasi altra cosa, il tutto “nel rispetto reciproco delle idee e delle sensibilità altrui…” e del risultato finale che si vuol perseguire (quale sia poi questo orizzonte non è poi così chiaro…).

Letture: Oreste Ristori – Le corbellerie del collettivismo

250px-Oreste_RistoriUno scritto di Oreste Ristori, buona lettura:

Oreste Ristori – Le corbellerie del collettivismo

Affinità: Quale pane mangiamo?

Da Finimondo:

Lo sappiamo che è uno sciocco ed inutile intermezzo terminologico, ma tant’è. Più passa il tempo e più siamo costretti ad interrogarci sul significato di una parolina di otto lettere di cui si fa un uso disinvolto, soprattutto qui in Italia: compagno. Pare che derivi dal latino medioevale «companio», termine composto dalla preposizione «cum» e dal sostantivo «panis». Compagno è colui che mangia lo stesso pane, quasi un intimo commensale o comunque chi partecipa allo stesso vitto.

Congegni: “Miserie, macerie di Torino”

stradafranaDicembre è mese di regali e bilanci, e se il dodicesimo mese dell’anno 2014 ci portò in regalo una bella delazione da parte degli autonomi torinesi, seguita dal balbettio di buona parte del “movimento” anarchico, “solo” un anno dopo e dopo esser saltati dai binari alle tortuose stradine di montagna, alcuni sindacalisti della rivolta ci offrono un notevole bilancio utile per tutti i palati avvezzi all’ingollo compulsivo di tutto ed il contrario di tutto.

Letture: Gianluca Iacovacci – “Facciamo finta che tutto va bene”

kubin the manOgnuno faccia quel che vuole, legga quel che vuol leggere, palpiti per ciò che gli è affine…chi scrive ha apprezzato il testo di Gianluca, ben più di certe noiose e pavidamente smielate parole di alcuni più “famosi” prigionieri…

Buona lettura.

Gianluca Iacovacci – Facciamo finta che tutto va bene…