Congegni: lessico minimo del rivoltoso ai giorni del cittadinismo

donabboGiorni grigi, questi, dove sciacquatisi di dosso i fastidiosi residui della un tempo sbandierata coerenza -fra mezzi e fini, rivoluzionaria, ideologica e via dicendo- i novelli esegeti del post anarchismo in odor di marxismo leninismo corrono a destra e manca in cerca di seguaci e visibilità, ammiccando, piacioneggiando, contando sul pallottoliere dell’autorevolezza i propri voti nello scacchiere politico della guida dei -scusate il termine eccessivamente sguaiato- “movimenti popolari” non disdegnando di presenziare ad iniziative filoistituzionali o di marciare a braccetto con magistrati, politicanti, sindacalisti.

Congegni: Anarchismo cacotopico

tre giovani bretoniGiro, girotondo, casca il mondo…

Così, tutti per mano, nel turbine gioioso dell’amore globale, senza pensarci troppo…

Ebbene l’amore non ha proprio confini e di amore virale deve proprio trattarsi, un’epidemia scoppiata chissà dove e che ha contagiato un buon numero di rivoltosi di ogni colore, impegnati ormai senza borghesi pudori a lanciarsi in vorticosi girotondi, tutti uniti, rossi e rossoneri, in un amplesso frontista che, ai più sensibili, provoca invero qualche imbarazzato rossore; quanto sembrano lontani i giorni dell’anno domini 1921, dove dalle campagne ucraine ai mari ghiacciati intorno a Kronstadt risuonavano i colpi della controrivoluzione autoritaria avvolta nella bandiera rossa e ancora più lontani paiono, benché cronologicamente più prossimi, i caldi giorni della Spagna del ’37 dove il sole della primavera battezzava quello che avrebbe dovuto essere un monito per tutti gli innamorati della libertà “Non si può far fronte con l’autorità, questa prima o poi, quando non servirete più e una volta raggiunti i suoi scopi, vi spazzerà via senza troppi complimenti”

ricordate il 5 maggio 1937(1)?

Congegni: Camminatore solitario

mountainQui non palazzi, non teatro o loggia ma’n lor vece un abete, un faggio, un pino. Tra l’erba verde e’l bel monte vicino levan di terra al cielo nostr’intelletto.
(Francesco Petrarca)

Osservando un panorama da un poggio lo sguardo spazia, gli orizzonti si fanno ampi, d’immenso respiro, tanto da far credere di poter abbracciare in uno sguardo tutto l’esistente più prossimo. Avviandosi però giù, lungo i pendii, i molteplici sentieri si fanno più incerti, tortuosi, là dove si era ravvisato un comodo passaggio troviamo ora intricate reti di rovi e radici, là dove pensavamo una comoda radura troviamo una selva di ginestra spinosa.

Letture: Albert Libertad – “Che crepi il vecchio mondo!”

libertadGiusto con qualche giorno di ritardo rispetto al primo giorno dell’anno, nonostante i 110 dalla stesura, pubblico questo scritto di Albert Libertad, attuale ancora oggi. Buona lettura.

Ah! Ah! È Capodanno!
La voce chiara del ragazzo e la voce spezzata del vecchio intonano la stessa ballata: la ballata dei voti e degli auguri.
L’operaio al suo padrone, il debitore al suo creditore, l’inquilino al suo proprietario, ripetono lo stesso ritornello del buono e felice anno.
Il povero e la povertà se ne vanno per le strade a cantare la cantilena della lunga vita.
Ah! Ah! È Capodanno!
Bisogna che si rida! Bisogna che ci si diverta. Che tutti i volti assumano un atteggiamento di festa. Che tutte le labbra lascino sfuggire i migliori auguri. Che su tutte le facce si disegni il ghigno della gioia.

Congegni: La lingua armata. Spunti di riflessione su linguaggio e dominio.

kubin dominioSe si sente raccontare qualcosa di stupefacentee di molto lontano dall’esperienza quotidiana, rimane sempre in noi un ultimo dubbio. E questo senz’altro è un bene. Altrimenti saremmo lo zimbello di ogni persona che abbia la parlantina sciolta o del primo imbroglione che capiti (…)

Alfred Kubin . “l’altra parte”

Una pietra è una pietra, nominarla rimanda immediatamente ad un oggetto con determinate caratteristiche le quali, seppur generali individuano precisamente un corpo fisico la cui immagine è strettamente legata al concetto che la rappresenta all’intelletto; vedendo una carota nessuno si sognerebbe di chiamarla sasso o di affermare di trovarsi innanzi ad esso e, qualora lo facesse, nei più provocherebbe un sorriso compassionevole.

– Niente di più semplice?

Forse…almeno fino a quando non si decidesse di addentrarsi nella selva oscura dei così detti movimenti radicali, di cambiamento dell’esistente, rivoluzionari oppure…scegliete voi la prosopopea che preferite. Varcato il confine delle sedi di partito, e ancor più che in esse, tutto diventa fumoso, scivoloso, oscuro…ad oggi fra buona parte dei novelli Spartaco un sasso è una carota, ma anche un albero o una casa, o qualsiasi altra cosa, il tutto “nel rispetto reciproco delle idee e delle sensibilità altrui…” e del risultato finale che si vuol perseguire (quale sia poi questo orizzonte non è poi così chiaro…).

Affinità: Quale pane mangiamo?

Da Finimondo:

Lo sappiamo che è uno sciocco ed inutile intermezzo terminologico, ma tant’è. Più passa il tempo e più siamo costretti ad interrogarci sul significato di una parolina di otto lettere di cui si fa un uso disinvolto, soprattutto qui in Italia: compagno. Pare che derivi dal latino medioevale «companio», termine composto dalla preposizione «cum» e dal sostantivo «panis». Compagno è colui che mangia lo stesso pane, quasi un intimo commensale o comunque chi partecipa allo stesso vitto.

Letture: Georges Henein – Il canto dei violenti

heneinQuando avremo infine vuotato del suo lardo l’ultimo borghese in piedi

Quando avremo lacerato come un sacco l’ultimo utero

Dove poté crescere l’odioso germe dei Superbi

Allora riporremo il pugnale nella guaina.

Letture: Renzo Novatore: “Verso il Nulla creatore”

Uno scritto maestro del pensatore e rivoltoso iconoclasta nato ad Arcola. Buona lettura.

RENZO NOVATORE – VERSO IL NULLA CREATORE

ICONOCLASTA!

luna-e-falena

Iconoclasta!

Avverso alla consuetudine, al già dato, agli stanchi del pensiero e agli automi dell’azione, provocatore linguacciuto contro l’appiattimento delle coscienze e gli interessi di ciborio non ho dèi da venerare né nelle chiese, tanto meno nelle assemblee.

Mi rivolgo a nessuno.