Dell’Individuo:
Il vero scopo dell’educazione è l’amore della bellezza ed i metodi coi quali l’educazione dovrebbe operare sono: lo sviluppo del temperamento, la cultura del gusto e la creazione dello spirito critico.
La vostra campana che suona a morto.
Ore 3 e 27, un Venerdì.
Come state, come vi Sentite? Si dice che la speranza sia l’ultima a morire ma non sentite sempre più approssimarsi i rintocchi della campana? O sono ancora troppo confusi fra il chiacchiericcio populista, nel vaniloquio dell’andar per folle come apostoli della rivoluzione?
Nell’oscurità si trama, ogni alba è presagio di lotta.
Ogni giorno, la faccia nella polvere, l’individuo combatte per la propria affermazione contro le spinte omologanti, il dominio, l’autorità in qualsiasi forma, anche e soprattutto quella militante; belligerante contro le società, presenti ed immaginate dai burocrati delle rivoluzioni, si erge e gonfia il petto innanzi alle baionette di qualsiasi schieramento, nessuna lotta è la SUA lotta, almeno non data una volta per tutte.
Sono individualista perché anarchico, e sono anarchico perché sono nichilista. Ma anche il nichilismo lo intendo a modo mio…
Non mi occupo di sapere se esso sia nordico od orientale, né se abbia o non abbia una tradizione storica, politica, pratica o teorica, filosofica, spirituale od intellettuale. Mi dico nichilista solo perché so che nichilismo vuol dire negazione! Negazione di ogni società, di ogni culto, di ogni regola e di ogni religione. Ma non agogno al Nirvana come non anelo al pessimismo disperato ed impotente dello Schopenhauer, che è qualche cosa di peggio della stessa rinnegazione violenta della vita. Il mio, è un pessimismo entusiasta e dionisiaco come le fiamme che incendiano la mia esuberanza vitale, che irride a qualsiasi prigione teoretica, scientifica e morale.
Zo d’Axa, vero nome Alphonce Gallaud de la Pérouse è nato in una famiglia borghese il 24 maggio 1864 a Parigi.
Discendente del navigatore Gallaud de la Pérouse, nipote del fornitore di latte al principe imperiale, è il figlio di un alto funzionario delle ferrovie di Orléans diventato in seguito ingegnere del municipio di Parigi. Sua sorella Marie, passerà molti anni in Tibet in cui viaggerà vestita da uomo in compagnia di uno sherpa. Nel 1929 pubblicò una storia del buddismo.
Giusto qualche giorno fa l’eroe del popolo Conte, parlando dell’incipiente tornata di consumo natalizia ha ribadito quel che da tempo si sente vomitato da più parti riguardo alla responsabilità che il popolino dovrà dimostrare durante le festività legate al genetliaco di tal Yeshua Al Nozri -Gesù per gli amici- limitando assembramenti e bagordi di vario genere che prevedano la presenza di più di 6 individui, cose già sentite, ma il nostro ha postillato che la limitazione dovrà riguardare anche baci ed abbracci che anzi andranno accuratamente evitati e tutto questo pare sia sembrato normale ai più, senza che nessuno riflettesse come il tono perentorio del “comando” rappresenti l’ennesimo passo della capillarità del controllo che -sempre più interiorizzato- diviene anche controllo non solamente accettato ma anche auto-imposto; il concetto di “controllore di sé stesso” è uno di quelli più ripetuti in questo periodo dall’ambito del dominio, sia esso politico, medico, capitalista…ebbene francamente mi interessa poco la reale incidenza del virus, come poco mi importa disquisire su come e dove si sia sviluppato, se sia o non sia così mortale, ecc…lascio queste discussioni alle partigianerie d’ogni fazione.
Io sono un uomo sbagliato. Ma sono quel che sono, non importa cosa. E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia nobile e personale saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanitā e del divenire sociale, qualche cosa che rimbomba al di sopra dei vostri fantasmi? Udite!, Udite! E’ lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su nell’alto rimbomba!
Renzo Novatore
Essi stanno bene nel fango d’onde non bisogna toglierli neanche per vituperarli.
Bruno Filippi
c’è puzza, ancora più puzza, la muffa copre le pareti e sbiadisce i colori.
In un angolo della stanza da un ammasso confuso di cianfrusaglie un profluvio di labari erutta come vomito coprendo di una coltre di bitume immagini familiari, figure perse nel tempo ma vive nello sguardo, lontane nelle azioni, distanti nelle intenzioni…di chi? Non capisco, perché sono li, loro, io…chi c’è nella stanza con me, qualcuno c’è; chi ha ammassato tanti ricordi, altrui ma miei e di altri, di nessuno.
Un personaggio che non conoscevo, figura obliata negli annali del perbenismo anarchico che da sempre ha guardato con malcelato fastidio quegli individui che non si sono sottomessi alla morale dei bravi rivoluzionari amanti delle folle e grondanti livore verso chi non ripetesse la solita liturgia religiosamente anarchica, fiore selvaggio a guisa di un Novatore, di un Filippi anche oggi i suoi scritti, ne sono certo, provocheranno seri pruriti ai politicanti dell-anarchismo. Una piacevole scoperta.
M.
L-introduzione del libro: